I Itinerario

Fiume Torbido - Chiesa dell'Annunziata -Villa romana del Naniglio - Fiume Gallizzi - Acquedotto quattrocentesco - Fontana e antica strada acciottolata della Madonna del Carmine - Porta Falsa - Centro storico - Castello - Chiesa Matrice - Porta Barletta - Via Montesanto - Via Cairoli - Vie Settembrini/Belcastro - Chiesa di San Rocco - Palazzo Amaduri (Mostra sul Naniglio e Pinacoteca comunale) - Via Amaduri - Via Cavour - Piazza Plebiscito.

 

L'itinerario comprende la visita a tutte le emergenze monumentali comprese nello spazio urbano; si parte dallo svincolo della S.G.C. Jonio-Tirreno, in località Ponzo, in antico anche Passo de lo Guercio, sul fiume Torbido, per raggiungere subito la zona archeologica del Naniglio.
Si tratta di una vasta area occupata da varie emergenze monumentali di età Romana (I-V sec. d. C.), oggetto di varie campagne di scavo negli anni '80 ; sono visitabili :
1) una monumentale cisterna ipogeica costituita da tre navate scandite da pilastri da cui si genera la copertura con volte a crociera ; nella parte anteriore si trova il vestibolo, fuori terra, diviso in due vani e con un'edicola in laterizio, dall'elegante prospetto architettonico, ricavata nel muro laterale; il vano ipogeico è raggiungibile tramite una scala a chiocciola coperta, situata accanto al vestibolo anteriore, e che si eleva per più di un metro sul tetto della struttura assumendo l'aspetto di una singolare torretta in opus mixtum;
2) poco più ad Est il complesso delle Terme, con i muri conservati in elevato fino alle volte a crociera. Gli scavi hanno anche portato alla luce vari ambienti della villa, alcuni pertinenti alla residenza del dominus, con splendidi pavimenti a mosaico, altri pertinenti agli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli del latifondo controllato dalla villa stessa; purtroppo questi ambienti sono stati ricoperti per ragioni di conservazione, poiché mancano assolutamente i mezzi finanziari per realizzare le giuste strutture che ne consentano una adeguata quanto sicura fruibilità.
L'area archeologica del Naniglio è senza dubbio una delle più importanti testimonianze dell'Età Romana in Calabria, nota in tutto il mondo scientifico per l'eccezionale cisterna, tuttora conservata in modo leggibile e fruibile anche dal grande pubblico; la villa, inoltre, rappresenta una testimonianza fra le più significative dello sfruttamento e della gestione del territorio agricolo in età imperiale. Nell'area archeologica, e strettamente connessa ad essa, sorge la chiesa dell'Annunziata, di origine medievale e quasi certamente costruita sui ruderi di qualche edificio della villa romana. Da quest'area, situata nella parte bassa del paese, in prossimità dei Giardini di Gioiosa, l'itinerario sale fino alla fiumara Gallizzi e alla rupe del centro storico; dopo aver costeggiato dal basso l'alta parete rocciosa con i palazzi a strapiombo sul fiume, si visitano i ruderi dell'acquedotto quattrocentesco, con gli archi ogivali, quindi si sale verso il centro storico attraverso l'antica strada acciottolata detta della Madonna del Carmine; alla sommità, la Porta Falsa immette nell'antica cinta muraria (XV sec.) ove è racchiuso il borgo medievale. Qui si possono visitare le strette viuzze e scalinate su cui si affacciano i più antichi palazzi (Zarzaca, Ripolo, Barletta, Deodino, Mazza) e case, fino a giungere alla piazzaforte del Castello. Attualmente, si intende come "Castello" il complesso architettonico comprendente la fortezza medievale ed un palazzo signorile ad essa attiguo che, a partire dalla prima metà del '600, fu adibito a dimora del feudatario. La fortezza presenta una pianta trapezoidale con due torri circolari alle estremità della base maggiore (lato sud); due grandi muraglie difensive la caratterizzano sui lati sud e est, ovvero sulla parte rivolta verso il borgo, meno munita naturalmente e più vulnerabile da eventuali assalti; i lati nord e ovest sono allineati con l'alta parete rocciosa a strapiombo sul fiume, inaccessibile. Le strutture più antiche, prima fra tutte la torre di sud-ovest, sembrano riferirsi almeno al XIII sec.; questa datazione è confermata anche dai dati storici. Infatti, il primo documento sicuramente attestante il castello risale al 1459, ma il castello a quell'epoca era già un edificio compiuto e pienamente in vita, soggetto alla magistratura della Castellania; inoltre si hanno notizie certe dell'esistenza di un feudo gioiosano già dai secc. XII e XIII dato che concorda con le emergenze architettoniche descritte. La torre sud-est, insieme alla muraglia est è il risultato di un rifacimento attuato probabilmente tra il XVI e XVII secolo; caratteristiche bocche da fuoco con l'apertura per i cannoni si allineano lungo tutta la muraglia. All'interno del perimetro difensivo si trovano i ruderi delle stanze di residenza, di scalinate, di ambienti sotterranei ancora inesplorati; l'ingresso è posto sul lato sud, al piano superiore, poiché un tempo era raggiungibile da un ponte levatoio oggi costruito in muratura; lo stesso ponte collega i ruderi della fortezza al palazzo baronale, severo esempio di architettura tardo-medievale rimaneggiato nel XVII sec. Dal Castello si scende al largo della Chiesa Matrice, costruita sulla sommità delle mura; qui una balconata consente di godere di un bellissimo panorama sulla città, sulle vallate del Gallizzi e del Torbido, quindi sul mare Jonio.
 
 
Appoggiata sulle mura, quasi al centro del borgo medievale, sorge imponente la Chiesa Matrice dedicata a S. Giovanni Battista. L'edificio a cinque navate, di epoca quattrocentesca, è stato sottoposto, nel corso dei secoli, a ripetuti restauri ( il più radicale nel XVIII sec.), per cui oggi si presenta in una versione decisamente rimaneggiata. Tuttavia si possono ancora ammirare i begli altari settecenteschi in tarsie marmoree policrome.
Attraverso una ripida scalinata si giunge al sito dove sorgeva la Porta di Mezzo o Barletta, posta tra due palazzi appartenenti a questa antica famiglia; quindi si gira intorno alle mura per imboccare la Via Cairoli sulla quale si affacciano i palazzi Deodino ed Englen, dagli splendidi portali, il palazzo e la villetta Greco; giunti di nuovo sotto la Porta Falsa, si percorrono le vie Settembrini e Belcastro dove si ammirano altri antichi palazzi tra i quali il palazzo Macrì, splendido ed intatto esempio di restauro in stile Liberty di fine Ottocento. Si giunge, quindi, alla Chiesa di S. Rocco e al palazzo Amaduri, bell'esempio di palazzo gentilizio settecentesco con annessa la chiesetta dei SS. Pietro e Paolo, recentemente restaurato ed adibito dal Comune a sede di una Mostra didattica sugli scavi archeologici alla villa del Naniglio, e a Pinacoteca contenente numerose e pregiate tele di autori calabresi operanti tra il XVII e XIX sec. Fondata nel XVI secolo e più volte restaurata, la chiesa di S. Rocco sorge tra due strade che portavano verso i centri di Roccella e Castelvetere. L'edificio oggi si presenta in forme tardo barocche ottocentesche ma la sua fondazione è ascrivibile al XVI sec., come attestano fonti epigrafiche e documentarie; numerose sono, inoltre, nell'edificio le testimonianze materiali di età precedenti (campane, acquasantiera, tele, statue di culto, arredi lignei). La chiesa è dedicata a San Rocco Confessore di Montpellier, proclamato patrono di Gioiosa con Bolla Pontificia del 28 Marzo 1775, in sostituzione di Santa Caterina, Protettrice di Motta Gioiosa. Elevata a Parrocchia il 24 Dicembre 1829, con Bolla del Vescovo Mons. G. M. Pellicano, venne consacrata il 24 Maggio 1840 e circa un secolo dopo (1 Maggio 1960) con regolare decreto vescovile, venne riconosciuta Santuario. Dal Palazzo Amaduri si percorre verso valle la via omonima che rappresenta senza dubbio una delle più belle e suggestive passeggiate architettoniche della Calabria; su di essa si affacciano numerosi palazzi sei e settecenteschi e altrettante chiese: i palazzi Mantegna, Passarelli, Macrì, Pellicano Castagna, Cetera, Linares d'Aragona, Logozzo, Ajossa, Hyeraci, il Convento dei minori Osservanti o palazzo comunale; le chiese della Trinità, di S. Nicola, dell'Addolorata, di S. Caterina.  Tra tutti i palazzi (alcuni rimaneggiati all'inizio di questo secolo e oltre) si distingue soprattutto il grande edificio dei Marchesi Ajossa, attribuito allo studio del Vanvitelli. Tra le chiese, la più interessante dal punto di vista artistico è quella dedicata alla Madonna Addolorata. La chiesa è uno dei più belli e ricchi edifici sacri di tutta la Diocesi di Locri.E' costruito in stile neoclassico con stucchi tardo barocchi e al suo interno sono custodite alcune pregevoli opere: un organo a 22 registri e 1400 canne, costruito nella seconda metà de11'800 ; un ostensorio in oro e argento creato dall'artista Francesco Ieraci ; la statua lignea della Pietà creata da Giuseppe Cavaleri ; la statua lignea del Sacro Cuore, opera di un artista di Serra S. Bruno ; le statue di Santa Lucia, San Cosimo e Damiano, San Francesco da Paola, opere di Rocco Murizzi.Alla fine del percorso si giunge nella graziosa Piazza Plebiscito, un vero e proprio gioiello Liberty, dove fanno bella mostra di sè un bel palco in ghisa per concerti, alcuni palazzi dalle tipiche inferriate; chiude la piazza, verso monte, una splendida e scenografica fontana neoclassica fatta costruire dal re Ferdinando I di Borbone nel 1822. 
 

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